Perché cerchiamo ancora gli onesti


Paolo Brescia


Siamo attratti in maniera nitida dagli onesti. Lo abbiamo visto nell'ultima tornata elettorale, come il richiamo alle urne non abbia sortito, anche questa volta, gli effetti desiderati dai nostri rappresentanti politici. Lo vediamo in altre situazioni ordinarie. La ricerca dell'onestà è seconda solo alla caccia alla felicità. Onestà e chiarezza vanno di pari passo, e diamo la nostra fiducia, quindi fedeltà, a chi ci pare onesto. Ma se questo onesto ci tradisce, la ferita è molto più ampia della macchia continua della menzogna del disonesto.

Più concretamente, adesso. Siamo rimasti molto delusi, come elettori e come giovani, dalle clamorose indiscrezioni trapelate in seguito alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale a Palermo. Il candidato "Ismaele La Vardera" aveva totalmente inscenato la sua corsa alla prima poltrona del comune siciliano per girare, in realtà, un docu-film insieme agli autori della trasmissione TV "Le Iene" (http://www.lasicilia.it/news/palermo/88948/ismaele-la-vardera-su-facebook-ecco-perche-mi-sono-candidato.html). Truffare il buon cuore di tanti palermitani che hanno creduto nelle parole di questo giovane tra i giovani è stato un colpo basso per la democrazia e una pagina nera della storia politica di Palermo e di tutto il Sud Italia. 

Ma ci spiega anche una cosa: dell'onestà siamo in caccia, costante, ma è una virtù di una rarità sempre più forte. Una rarità portata a braccio dall'assenza di spiragli tra azione e pensiero. Difficile arrivarci, onestamente. Quando c'è, è evidente il vantaggio per se e per tutti.
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